Inoltre Domenico Cagnini nelle sue memorie di Noale, del 1736, scrive che questa chiesetta fu costruita in seguito ad apparizioni della Vergine. Essendo però l'immagine sopraddetta assai deperita, fu sostituita dall'attuale graziosa statua dipinta che rappresenta la Madonna col Bambino ambedue incoronati e ornati di monili, tra cui qualcuno che risale al tempo della Repubblica Veneta, dal 1974 irreperibili.Si racconta che al principio del 1800, all'epoca dell'occupazione francese, la statua sia stata gettata nel vicino fiume Marzenego e che, cercata e trovata da una pietosa donna, sia stata ricollocata al suo posto.
A puro titolo di curiosità si da qui cenno di una leggenda che si racconta. Tale statua, prima della costruzione della chiesetta, sarebbe stata rinvenuta sotto il ponte della Rocca e portata quindi nella chiesa parrocchiale da dove sarebbe sparita per tornare ancora sotto il ponte. Ripetuto più volte questo trasferimento e vedendo che ogni volta la statua tornava là, sarebbe stata decisa la costruzione della chiesetta per ospitare la statua presso il luogo dove era stata trovata. Ma quando scriveva il Negri la chiesetta stava per essere costruita ed egli parla di immagine, non di statua. La leggenda quindi contrasta.
Fu leggermente e con arte spruzzata con una tinta che le si addice e ricollocata nella sua nicchia. In quell'occasione fu posta la lastra di marmo sul prospetto dell'altare. Esiste la Via Crucis canonicamente eretta, ma il diploma andò smarrito.
Dal 1954 esiste un completo apparato funebre di panno che viene usato nella Commemorazione dei Defunti.
Nel secolo scorso la chiesetta apparteneva al Comune e ora è della Parrocchia.Il prospetto dell'unico altare è di marmo ;la parte superiore con la nicchia è di legno. Un tempo ai suoi lati c'erano le statue di S. Francesco d'Assisi e di S. Antonio di Padova. Tra gli altri oggetti che arredavano la chiesetta c'erano due lampade d'argento pendenti dal soffitto, scomparse per vendita tra il 1943 e il 1951. Un radicale restauro della chiesetta fu fatto nel 1954 in occasione del passaggio della Madonna Pellegrina, col contributo di tutto il paese, e in quella circostanza, togliendole i troppi strati di colore che si erano sovrapposti nel tempo, si scoprì che la statua è fatta di quella pietra porosa detta «nanto», un tempo spesso usata per le statue ornamentali dei giardini.